giovedì 30 giugno 2011

Bossi e soci sono stati chiamati, dai Leghisti, a rispondere in tribunale delle loro falsità

E' arrivato il momento che anche il cosidetto Popolo Padano inizia a dare segni di risveglio. Sta diminuendo il numero dei boccaloni sempre pronti a farsi prendere per l'ano dalla Banda Bossi & C.
Il segnale più consistente è arrivato in questi giorni.
Nel recente raduno sul Sacro Prato di Pontida Bossi per l'ennesima volta ha elargito promesse a piene mani – Diminuzione delle tasse- Federalismo – Seccessione – Ministeri spostati in Lombardia -ecc. ecc.
Purtoppo per loro nel giro di pochi giorni queste promesse si sono rivelate per quello che erano, balle di fumo spacciate in grandi quantità al solito popolo bue destinato ad essere cornuto e mazzolato.
Ma i tempi cambiano e dopo mille inchiappettate qualcuno di loro ha finalmente aperto gli occhi e connesso il cervello.
Di fronte alla palese malafede dei loro capi un gruppo di Padani, circa 3.550, ha reagito dando vita alla raccolta di firme per presentare una denuncia all'autorità giudiziaria.
Per la prima volta hanno fatto ricorso allo strumento prezioso della “Class Action” che consente loro di unirsi assieme, farsi rappresentare da un unico legale ed ottenere il rinvio a giudizio dei colpevoli.
Questa azione potrebbe dare un colpo mortale ai dirigenti Leghisti.
Pare che il legale, avvocato Gustavo Sticazzi dello studio Sticazzi & Mecoion, con sede legale a Tranvate sul Membro chiederà al tribunale che il danno, per i reati di false promesse, di millantato credito e circonvenzione di incapaci, sia risarcito con la cifra di 10.000 euro per ogni parte lesa.
Ecco la foto di uno dei ricorrenti che, con una smorfia atroce,
 mostra quanto sia stata dolorosa la presa per il culo.


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