Al Gent. Sig. Silvio Berlusconi capo del governo ed al Sig. Roberto Maroni ministro degli interni.
Presso Palazzo Chigi – Roma
Signori ministri noi siamo i componenti della questura di Milano che si è trovata impegnata a svolgere la sua mansione di servizio la sera che fu arrestata “Ruby”.
Quella minorenne Marocchina accusata di furto.
Eravamo intenti all'espletamento della abituale prassi quando, come è noto a tutti, ricevemmo una telefonata direttamente dalla sede del governo.
All'altro capo del filo c'era personalmente il presidente del consiglio, il quale mentendo sull'identità della Ruby ci impose di sospendere tutte le procedure e di darla in affidamento ad una certa Minetti che misteriosamente si era presentata in questura.
Tutto ciò ci ha forzato, contro la nostra volontà, ad infrangere leggi e regole perché temevamo ritorsioni da parte del capo del governo.
Come se ciò non bastasse ci siamo ritrovati con il ministro Maroni, dal quale dipendiamo direttamente, che non ha trovato nulla da eccepire sul comportamento illegale del Berlusconi.
Noi siamo fedeli servitori dello stato, abbiamo molta stima di chi ci comanda però riteniamo di avere il diritto di chiedervi delle spiegazioni.
Perciò ci farebbe piacere avere con voi uno scambio di idee sulla vicenda.
Per sfuggire all'eventuale scalpore che desterebbe questo incontro ci sembra prudente che si svolga, senza testimoni, nella sala interrogatori situata nelle cantine della questura.
Siamo sicuri che noi usciremmo molto soddisfatti da questa riunione.
Attendiamo una risposta che confidiamo sia positiva e per Voi probabilmente molto piacevole.
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